Sono trenta, credo. Trenta romanzi per il più grande scrittore vivente. Che ha scritto alcuni fra i libri più belli di tutti i tempi, alcuni ottimi romanzi e anche qualche noioso sermone o fiacca ripetizione del già scritto tante altre volte prima e meglio. Negli ultimi anni – ne ha settantotto – proprio allegrissimo non sembra: torna di continuo sulla malattia, il dolore, la solitudine, la morte. Lo fa anche in “Nemesi“ (Einaudi, 2011), l’ultimissimo libro.
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