E’ uscito già da qualche mese ma
spero che sia un modo per dargli una vita più lunga di quella di cui godono
oggi i libri a parte i soliti noti.
Rosso Floyd di Michele Mari, ossia uno dei
migliori scrittori italiani in circolazione e non da oggi, uno che ci assicura
ogni volta un libro diverso – non tutti dello stesso livello, va da sé, ciò che
non toglie un micron di peso all’opera complessiva – è un romanzo bellissimo,
un vero piacere per chi ha avuto una certa frequentazione con i Pink Floyd,
gruppo artefice di una delle pagine fondamentali della storia rock.
L’opera è documentatissima,
secondo consolidata vocazione filologica dello scrittore milanese, ma aliena dagli
stucchevoli tentativi di fare del “realismo” a buon mercato appiccicando un
paio di blande invenzioni al lavoro d’archivio e sfoggiare l’etichetta di
romanzo che illude di alzare il fatturato. La sua forza espressiva, se si è
lettori addestrati ossia disposti a un minimo di fatica per godere poi più
intensamente della bellezza di un libro, forse può coinvolgere anche chi da
quella musica si è sempre tenuto lontano.
Il centro del libro è Syd
Barrett – paradossale perché Mari non ritiene che i PF siano l’underground
Barrett, perché il meglio per lui (e qui chi scrive è in disaccordo totale ma
la cosa è irrilevante), è venuto dopo la sua uscita dal gruppo – prestissimo,
com’è noto. Di questo Rimbaud in minore della musica rock, Mari coglie la
sorgiva stranezza di adolescente eccentrico, alquanto bizzarro già prima di
intraprendere i suoi viaggi lisergici senza ritorno, vede bene dentro il suo
immaginario struggente, beffardo scritto con un alfabeto falotico che poi verrà
scandito nelle strambe canzoni di animali insoliti, folletti, nenie demenziali
e filastrocche strampalate (tutto già nel primo disco PF, The Piper at the
Gates of Dawn,
titolo tratto da The Wind in the Willows, libro dello scrittore per ragazzi Kenneth
Grahame) – da lì principia la storia della band.
Il romanzo insomma si costruisce
intorno al centro vuoto e silente del Diamante Pazzo (l’unico al quale non
verrà data la parola), al buco nero in cui Barrett finì durante un assai
sinistro e misteriosissimo fine settimana dal quale non tornò mai più come
prima. Il narratore convoca in udienza personaggi veri e immaginari
(soprattutto i primi) per costruire una polifonica istruttoria di voci
discordi, emozionate, fantasiose, irritate, tasselli in apparenza discontinui
che riepilogano in un mosaico affascinante la storia di Syd e della band. In
forma di testimonianze, confessioni, interrogazioni, lamentazioni, Waters,
Gilmour, Mason e Wright si alternano ad altre rock stars lontane dal loro
universo ma per qualche motivo implicate, da Bowie a Clapton; compaiono
Michelangelo Antonioni e il grandissimo Kubrik, scornato dai rifiuti di Waters
a prestargli la loro musica, fan più o meno attendibili, parenti e amici, tutti
chiamati a dire la loro su un aspetto o l’altro dell’universo PF.
I resoconti investono rapporti
privati (spesso tutt’altro che gioiosi), invidie, paranoie di egoriferiti
(Waters), frustrazioni (Wright non meno che Mason), la vocazione all’armonia
non priva di fine cinismo in GIlmour, e storie legate ai concerti, alle
registrazioni, controversie artistiche, concezioni musicali diverse (una
versione aggiornata della wagneriana opera d’arte totale, megalomane assai,
cupa e spesso macchinosa nel pur prediletto – dall’autore – R.Waters, il cui
carattere ossessivo riconosce come affine) – i sogni, la schizofrenia, la
psichedelia.
Ognuno leggendo il libro può
scegliersi i suoi PF di sottofondo - un disco come Ummagumma che il narratore fa intendere
di non amare particolarmente è per chi scrive il vero segno PF, all’origine di
molti fenomeni musicali successivi, a partire dalla Kosmische Musik dei grandi
tedeschi anni Settanta. Ma il romanzo riesce a ridare alla musica dei PF la sua
bellezza ormai lontana, e perciò emoziona - in virtù di scrittura, se a
qualcuno ancora interessa la scrittura e non la mozione degli affetti musicali
di tanti romanzetti giovanilistici che elencano canzoni d’elezione - un libro
imperdibile.