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Storia non priva di una sua originalità sia di ideazione che di costruzione quella de Le sorelle Brélan, romanzo dello scrittore francese di origini spagnole François Vallejo, tradotto per Del Vecchio Editore da Cristina Vezzaro – impegno va detto non semplice, in virtù di una scrittura in apparenza piana e ironicamente misurata, ma complicata qua e là dall’ambiguità del punto di vista e della voce narrante che senza parere dislocano la percezione di fatti e pensieri dei protagonisti.Le sorelle Judith, Marthe e Sabine, inseparabili e diversissime fra loro, vengono colte in un momento decisivo, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, allorché muore il padre, architetto che lascia loro una grande e bellissima casa. Sulla quale mettono gli occhi i parenti più prossimi, sconcertati nello scoprire che le ragazze non hanno nessuna intenzione di accettare la loro tutela e sanno come evitarla di fronte ai giudici. Quella che segue è la loro storia, dispiegata lungo il secondo Novecento, raccontato da una specola insolita e non priva di interesse.