Regia di Siddik Barmak
Afghanistan
2003
Nella
Kabul martoriata dai talebani e dalla guerra anche il lavoro è un problema
drammatico. In una famiglia in cui gli uomini sono stati ammazzati le donne non
possono uscire e dunque non dispongono di mezzi per sopravvivere. Così, l’unica
soluzione diventa quella di travestire una piccola dodicenne da maschio e farla
prendere dal lattaio come assistente. Non sempre è successo nel cinema asiatico
che negli ultimi due decenni ha visto l’acritico favore dell'ingenuo pubblico di
casa nostra, ma qui la storia benché semplice ti afferra alla gola e ti toglie
il fiato, per virtù di forza narrativa e meraviglia d’interpretazione in un
girato di stampo neorealistico, quasi documentaristico eppure vigorosamente
emozionale. Un pezzo della recente storia della follia declinata fra le macerie
di un oriente antropologico che fa a gara con l’omologo occidentale per
secernere veleni truculenti: l’oltranza della barbarie che riesce a
festeggiarsi e a godere solo in un mondo ridotto a scannatoio.