Non c’è niente
da fare, il paese è questo.
Agli italiani
piace così.
Non so se Etienne
de La Boétie quando scrisse Il Discorso
sulla servitù volontaria (ne parleremo) pensava
all’Italia ma avrebbe potuto farlo per cercare i motivi di una più ostinata
nequizie, di una più proterva soddisfazione nel farsi fottere per fottere i più
deboli.
Nel resto d’Europa,
se pensano a noi si grattano i coglioni. Poeti, santi e navigatori tracciamo le
rotte, produciamo sogni, generiamo fedeli. S’innamorano di noi non volendo,
virtù civiche e repubblicane sufficientemente organizzate favorirebbero ironia
e distacco, ma al fascino dello stronzo, specie di un amabile stronzo, feroce
all’occorrenza, lirico in apparenza, alla lunga non si resiste. Benito Mussolini disse a proposito degli italiani:
"E' facile farsi padroni di un popolo di servi." Non so se è un
ossimoro, ma correggerei l’affermazione del tragico farlocco: gli italiani, in
grande maggioranza, sono dei servi-stronzi.