La "preside" approfittava delle assenze
di Livio per dar la stura al suo cruccio preferito:
le piaceva salire in
cattedra, professoressa emerita, e fare la supplenza di italiano.
Machiavelli,
la sua passione. Perché al solito si trattava di un Machiavelli vulgato
a
propria immagine e somiglianza, del potere canagliesco, naturalmente. Una
mattina Livio torna a scuola dopo tre giorni di assenza e un ragazzo tutto d’un
fiato gli fa: - Oh prof, finalmente l’abbiamo capito ‘sto Machiavelli. Ce l’ha
spiegato la preside. Ha detto che la faccenda stringi stringi sta tutta in due
paroline chiave, il leone e la volpe, nulla più, e che però gli italiani sono
una
massa di cretini e non se lo meritano per niente un autore di quel calibro
visto
che l’hanno fatta tanto lunga con mani pulite non volendo capire che un
principe ci avrà pure il
diritto di fare come gli pare altrimenti non è un principe
ma un coglione.